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  • ladonnaelettrica

Io sto accanto alla trasformazione

Aggiornamento: 30 dic 2022

Chi è la "doula"? Scopriamolo con Alessandra Valzania.



Della DOULA avevo già sentito parlare ma non avevo mai ben capito quale fosse la posizione professionale e il suo ruolo facilitante all'interno delle famiglie. Presa dalla curiosità ho chiesto maggiori informazioni ad Alessandra Valzania diplomata alla scuola delle Doule nel 2018, anno in cui ha cominciato questo "lavoro" che lei reputa meraviglioso.

Parto col riportare alcune importanti informazioni tratte dal sito dell'associazione professionale Mondo Doula che vi invito a visitare e di cui Alessandra ha fatto parte del direttivo, e di cui ha ha seguito un team per curare la comunicazione dei social. La doula è una figura professionale sociale, non è una figura sanitaria, ed esercita la sua professione secondo le direttive della legge 4/2013. La doula si occupa di offrire del sostegno concreto, affettivo e relazionale alla donna e alla famiglia nella gravidanza e fino al primo anno di vita del bambino. La doula accompagna i genitori nella continuità. Offre presenza e vicinanza su misura, a domicilio e non, intima e confidenziale, nel pieno rispetto delle scelte delle persone che accompagna.


Alessandra incontra la doula nel 2016 attraverso la partecipazione ad un blessing way ovvero una cerimonia di benedizione della futura madre, un momento speciale condiviso tra la madre in procinto di partorire e le donne che più le stanno accanto. Da quel momento parte un percorso di ricerca che la porterà gradualmente a formarsi come doula e a praticare attivamente questa professione.


Alessandra mi spiega che per fare questo lavoro si parte dal bisogno, dallo scioglimento delle tensioni nei nuclei famigliari che spesso, spaesati dalla nuova esperienza, hanno bisogno di un momento di ascolto e comprensione per concedersi legittimità, darsi tempo per capire, sentirsi protagonisti di quello che è il parto, non in scia di una serie di eventi che capita spesso di subire.

Proprio in relazione a questo sta venendo fuori moltissimo l’argomento della violenza ostetrica, intesa come momento traumatico, non un passaggio dove il corpo è protagonista in cui il corpo è capace alimentando la propria capacità generatrice ma in cui spesso i protagonisti diventano i medici e non più la madre: il medico dispensa la vita e l’ostetrica diventa un’infermiera. Si tratta di un conflitto, mi spiega Alessandra, che si riversa moltissimo sulle madri, il fatto che spesso negli ospedali manchi una figura dedicata al sostegno emotivo della donna, non sempre ti capita la fortuna di incontrare un’ostetrica empatica, più in generale l'ospedale non è un ambiente educato a questo. Alessandra si sofferma a parlare anche della questione legata alla presenza maschile spesso non considerata, gli uomini di conseguenza si sentono in dovere di comportarsi in un certo modo proprio perché non coinvolti né condotti in questo percorso.

La doula, quindi, si occupa anche di lavoro di coppia e, attraverso l'arte di saper riorganizzare gli strumenti e le risorse che arrivano dalle famiglie stesse, conduce un tipo di lavoro sulla comunicazione della coppia creando un nuovo equilibrio. In particolare ciò che coglie Alessandra, come doula, è la possibilità di giocare e usare gli strumenti della coppia per passare a qualcosa di più grande: conduttrice silenziosa la doula si affianca alla coppia ogni volta ri-accordandosi a nuove dinamiche e situazioni sempre differenti, da un giorno all’altro impara a sintonizzarsi con onde diverse, che aiutano la doula ad avere fantasia e rispondere con creatività alle situazioni che incontra.

Alessandra aggiunge che non si tratta solo di un grande lavoro sul sentire di un campo energetico - relazionale ma anche di offrire aiuto pratico e creativo: la doula può affiancarti partendo dal semplice desiderio di concepire fino ad un anno dopo il parto, la doula aiuta a prepararsi durante il periodo pre-natale, durante il parto, aiuta a trovare uno stato personale emotivo buono per riuscire a “vedere il dono” e a vedere che non c’è colpa. Tutto questo diventa un percorso che avviene non attraverso la razionalizzazione di queste cose ma attraverso l’arte, l’accudimento a volte, quando necessario, all'affiancamento a delle reti di psicologi.


Mi piace terminare i post di questo blog sempre con delle domande più personali, così ho fatto anche con Alessandra che ringrazio per la sua apertura e slancio nel voler condividere con me e i lettori informazioni delicate che sono una parte molto importante della sua vita.


Qual'è l'aspetto più gratificante del tuo lavoro?

I sorrisi che si aprono, le spalle che si rilassano e la tensione che si scioglie lasciando spazio a nuove possibilità di gioia e trasformazione!

Vedere donne, coppie e bambini rilassarsi e abbracciare la nuova realtà, godendosi anche ciò che prima era dirottato da ansia e paura. Sentire il cambiamento, l’utilità della mia presenza, che ad ogni porta che varco cambia.

Una mamma che cerca una doula come può valutare se ha trovato una figura ben formata?

E’ sicuramente una questione delicata, la formazione per diventare doula in italia, riconosciuta dal MISE ( Ministero delle imprese e del made in Italy) al momento è solo una, ovvero quella di Mondo Doula che si sviluppa come una formazione professionale, seguita da professionist* della relazione d’aiuto e dell’ambito materno e neonatale, con tirocini, esami e soprattutto con una formazione continua che garantisce l’aggiornamento ‘continuo’ delle sue socie, la loro acquisizione e rinnovamento di strumenti ed il sostegno di supervisioni. Ci sono altre scuole valide che formano Doule. Sicuramente le mamme possono ora richiedere attestati e referenze prima di aprire le porte della loro fragile intimità, ed è estremamente necessario che lo facciano.


Per fare la doula a quale tua passione o a chi ti ispiri?

Il bello di questo mestiere, e ciò che mi ha conquistata quando l’ho conosciuta è stata sicuramente la possibilità di mettere in campo tutte le mie passioni! Ci sono davvero tante sfumature nello stare accanto ed oltre alle pratiche che hanno un modus operandi preciso, quasi forse, il 70 % del rapporto si basa sulle sfumature delle mamme e delle mie che si incontrano per produrre risultati di armonia con il bisogno e il momento nel quale siamo. E la capacità più necessaria e richiesta ad una doula è proprio la sua malleabilità, resilienza, creatività ben saldi su fondamenta di professionalità e ascolto attivo.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Oltre a lavorare con incontri a domicilio organizzo insieme ad associazione, c.a.v. (centri antiviolenza), centri per le famiglie e spazi culturali, incontri tra donne in piccoli gruppi. Alcuni pensati solo per donne in gravidanza, o dopo il parto ma anche per donne lontane da questi momenti, eppur sensibili al voler trovare spazi per loro stesse, per ascoltarsi e condividere. In questi spazi porto molti strumenti e cerco sempre di creare un ambiente alla pari, dove io porto al centro un tema, un gioco, una pratica e il gruppo mi conduce a proseguire con input che scorrono tra le donne generando grande ricchezza e confronto. Nel mio futuro vedo l’ampliarsi di questi incontri dedicati ai vari momenti della vita delle donne, la creazione di occasioni di scambio di saperi e arti, manuali e non, tra donne della stessa città, e certamente il proseguire con il supporto a domicilio, che spero entri nei circuiti pubblici il prima possibile.


Ultima domanda, se dovessi trovare un neologismo per descrivere la tua vocazione

che parola inventeresti?

Non è una domanda semplice, ci sto pensando da giorni, sicuramente deve contenere il concetto di accanto e di alleanza, con un senso di movimento libero nella trasformazione...

Quando descrivo la doula in poche parole dico sempre che ‘sto accanto alla trasformazione’ perché è difficile specificare a quale tipo, momento o evento riferirsi, l’unica cosa in comune ad ogni donna è sicuramente il fronteggiare la propria trasformazione, oltre a quella della realtà familiare che conosceva prima. Dopo questo ragionamento il neologismo che propongo è trasformaccanto che esprime e sintetizza la mia vocazione di doula. Creare un neologismo non è semplice anche se è un gran bell'esercizio!


Grazie donna elettrica, grazie Alessandra per essere così appassionata e per condividere il tuo talento col mondo, lì dove c'è bisogno.



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